Ilaria Savini: Voce, percussioni
Alessandro Cei: Chitarra, voce
Simone Faraoni: Fisarmonica, voce, percussioni.

Il gruppo Vincanto viene fondato nel 2003 da tre musicisti toscani poco più che ventenni ma già con una solida formazione musicale alle spalle, con l’obiettivo di studiare, riscoprire e riproporre i repertori di tradizione orale italiani. Inizialmente il lavoro del gruppo si concentra sulla Toscana, a partire in particolare dalla ricerca di Caterina Bueno e Dodi Moscati, per poi allargarsi sempre di più anche ad altre regioni italiane e avvicinarsi a fonti “di prima mano”, quando accessibili .Il gruppo si è esibito in centinaia di concerti in Italia e all’estero, anche in luoghi simbolo per la musica popolare italiana come l’Istituto Ernesto De Martino di Sesto Fiorentino, il Circolo Gianni Bosio di Roma e il Folk Club di Torino, in teatri come il “Teatro degli Industri” di Grosseto, il teatro “Dello Scompiglio” di Lucca, il teatro “Storchi” di Modena, all’interno di festival come “Uffizi Live” presso la galleria degli Uffizi di Firenze, “Dramma popolare” di San Miniato (PI), “11 lune” di Peccioli (PI), “Certosa festival” di Calci (PI) e “Isola Folk” di Suisio (BG). Il trio ha esplorato molteplici temi, come l’emigrazione italiana, la Resistenza, il lavoro, la vita delle donne nel mondo contadino, dando vita a concerti tematici e spettacoli teatrali, collaborando assiduamente con attori, registi, enti e associazioni dediti alla valorizzazione del canto popolare o della storia locale. Nel 2004 esce un libro-cd con il cantastorie Serafino Soldani, nel 2013 il gruppo realizza il cd “Musica popolare”, che raccoglie una parte del repertorio toscano, mentre nel 2014 viene pubblicato un DVD dello spettacolo sulla Resistenza spagnola “Pueblo que canta no morirà”, prodotto dall’Istituto Storico della Resistenza di Grosseto. Ad agosto 2017 esce il cd “Il Canto Rovesciato” e nello stesso anno il DVD “È il mio cuore il paese più straziato”, ripresa video dell’omonimo spettacolo con l’attore Andrea Giuntini. I Vincanto si dedicano inoltre intensamente alla didattica, tenendo regolarmente laboratori rivolti ai bambini delle scuole elementari, ai ragazzi delle medie superiori e agli adulti di tutte le età, mirando in particolare a sensibilizzare le persone sugli aspetti sociali del canto corale e applicando ai repertori di tradizione orale i più innovativi metodi di didattica della musica. Nel gennaio 2021 fondano insieme ad altri musicisti ed appassionati di musica popolare l’associazione Canto Rovesciato, per la promozione e la diffusione della musica di tradizione orale e della musica di Comunità.

Il canto rovesciato è uno spettacolo che raccoglie canti e voci.
Dalla Toscana, seguendo varie tracce, i Vincanto incontrano molti luoghi e molte storie, facendosi ispirare e sedurre da voci e lingue altre. Tante storie diverse, di donne, di soldati coscritti, di partigiani, di lavoratori sfruttati, di migranti, di carcerati, ma tutte intrecciate fra di loro al punto da far perdere le tracce dei rispettivi confini geografici, tematici e temporali. Voci di una parte di umanità capace di lottare per rivendicare i propri diritti, trovando nel canto un mezzo per esprimere coraggiosamente la propria volontà di esistere, raccontandosi.
Voci e polifonia, spesso a cappella, sono protagoniste in questo spettacolo dove registrazioni sul campo fatte dal gruppo nel corso di manifestazioni e in una RSA empolese, fanno da trait d’union fra i canti.
Attraverso la loro ricerca sul timbro e i loro arrangiamenti i Vincanto tentano di ridurre all’osso le parti strumentali e cercano di mostrare la bellezza e la complessità dei repertori di tradizione orale italiana: privati di inutili fronzoli che apparentemente dovrebbero “nobilitarli” o renderli più fruibili al vasto pubblico, questi repertori risultano tanto più attuali nei contenuti e contemporanei nella loro forma.
Un canto rovesciato, “l’altro” canto, quello lontano dalle pagine della storia ufficiale, quello degli intellettuali come Gianni Bosio, che “andavano a scuola dal popolo”, intellettuali rovesciati, appunto. Un canto necessario e, purtroppo, ancora di dolente attualità.